il piano prevede di alzare i target al 2030 per le rinnovabili (dal 40 al 45%) e l’efficienza energetica (dal 9 al 13%). Diventa “interesse pubblico prevalente” Installare nuova capacità rinnovabile, con una modifica della RED II. I tempi del “permitting” scendono a massimo 1 anno nelle aree speciali designate dai paesi membri. Dal fotovoltaico sui tetti sono attesi 58 TWh entro il 2025, in tutto la Strategia solare UE aumenterà la capacità installata di 600GW entro fine decennio

Ursula Von der Leyen Presidente della Commissione Europea

Insomma, Vale 300 miliardi di euro – 225 in finanziamenti e sovvenzioni, 75 come prestiti – il piano Repower EU con cui l’UE prova a mollare le fonti fossili importate dalla Russia nel giro di 5 anni. La strategia in tre mosse: cambiare fornitori per il gas (e dotarsi dell’infrastruttura necessaria), crescita più veloce delle rinnovabili con obiettivo, come abbiamo detto, alzato di 5 punti al 45% entro il 2030, più impegno sul fronte del risparmio energetico. A cui si aggiunge una nuova strategia solare.

Sono le risposte della commissione Europea all’invasione russa dell’Ucraina, che prova a usare la crisi per accelerare la transizione. Prendendo provvedimenti per evitare un colpo troppo duro all’economia se Putin dovesse decidere di chiudere all’improvviso i rubinetti.

Il piano Repower EU definitivo è composto da un ventaglio di misure, tra nuove iniziative legislative, schemi non vincolanti e raccomandazioni dell’esecutivo europeo ai paesi membri, che mirano a portare a zero la dipendenza energetica dalla Russia entro il 2027, abbattendo già di 2/3 le importazioni di gas da Mosca entro la fine di quest’anno.

Del totale degli investimenti previsti – sono 210 i nuovi mld di euro,  “il 95% andrà a finanziare la transizione energetica europea”, assicura la presidente della Commissione Ursula von der Leyen 

Aumentare gli energy savings e ridurre la domanda di energia sono le misure che possono contribuire di più a potenziare la sicurezza energetica europea. Le misura di lungo termine più importante presa dall’UE è l’aumento dei target di efficienza energetica dal 9% al 13% con un emendamento della, ancora in discussione, nell’ambito del pacchetto Fit for 55. Ai nuovi obiettivi contribuiranno anche modifiche alla alla direttiva EED  sull’efficienza energetica degli edifici (anche questa in discussione) e l’iniziativa legislativa su ecodesign e etichettatura energetica.

Più immediati invece i tagli alla domanda previsti che arrivano sotto forma di una comunicazione della Commissione: sono indicazioni sui comportamenti da seguire per industria e famiglie e dovrebbero tagliare il 5% della dipendenza europea da gas e petrolio russi. I suggerimenti spaziano dal tenere i riscaldamenti più bassi ad abbassare la temperatura dei boiler fino a 60°C, dal ridurre i limiti di velocità in autostrada al supporto per la micro-mobilità e la mobilità dolce.

In più, la Commissione si impegna a preparare un’iniziativa legislativa per aumentare la quota di veicoli a zero emissioni nelle flotte di veicoli pubbliche e aziendali di una certa consistenza, e a presentare un pacchetto di leggi per rendere più sostenibile il trasporto commerciale.

Diversificare via dalla Russia

Per quanto concerne il gas, il progetto per la diversificazione delle forniture sarà la EU Energy Platform. Si tratta di un meccanismo per mettere in comune la domanda, coordinare l’uso delle infrastrutture di importazione, stoccaggio e trasporto e negoziare con i partner internazionali per facilitare gli acquisti comuni di gas, Gnl e idrogeno. A breve questa piattaforma sarà affiancata da un meccanismo per facilitare gli acquisti comuni di gas. Il tutto per evitare una concorrenza interna che rallenterebbe il processo di diversificazione.

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