Si parla sempre più di economia green, soprattutto da quando è diventato fondamentale raggiungere gli obiettivi del PNRR in materia di sostenibilità. In Italia è noto che c’è ancora molta strada da fare, ma potrebbe essere arrivato il momento in cui il Paese è pronto alla svolta green: approfondiamo la questione.
Una ricerca Swg ha mostrato come gli italiani sono sempre più propensi alla sostenibilità, in particolare ad acquisire abitudini che consentono di risparmiare denaro e materie prime. Questa condizione è aumentata in particolare dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, che ha messo a nudo la fragilità dell’Italia riguardo l’indipendenza energetica.
D quel momento in poi è divenuto essenziale comprendere l’importanza del risparmio dell’energia e l’acquisizione di nuove abitudini volte alla sostenibilità.
Sostenibilità: aumenta la coscienza sostenibile degli italiani
La ricerca effettuata dagli studiosi di Swg, ha evidenziato come sia cresciuta la coscienza sostenibile degli italiani, in particolare negli ultimi tre travagliati anni. Se si prendono i dati del 2019 e li si confronta con quelli del 2022, si nota come ora circa il 70% del campione intervistato considera la sostenibilità come una opportunità, circa cinque punti percentuali in più rispetto al precedente sondaggio.
Il 61% di questi considerano l’utilizzo delle energie sostenibili e rinnovabili come la via maestra da seguire per l’indipendenza energetica verso la Russia. Ma ancora, il 73% degli intervistati afferma che è pronto a cambiare le proprie abitudini di vita per risparmiare e guadagnare punti in termini di sostenibilità.
In cosa si deve migliorare?
Tra i punti in cui ancora l’Italia deve migliorare vi è ad esempio l’attaccamento all‘auto di proprietà: solo il 38% si è mostrato aperto al cessare di utilizzare la propria auto per spostarsi. Colpisce lo scetticismo delle nuove generazioni, in particolare la generazione Z, rispetto ai così detti boomer, riguardo agli effetti della guerra in Ucraina.
Secondo i boomer infatti la guerra avrà un effetto ritardante sulla transizione ecologica meno forte di quanto credono i ragazzi della generazione Z. Il governo dovrà essere in grado di ribaltare queste aspettative e puntare forte sulle nuove generazioni.